Cosa si mangiava in Istria per le feste Natalizie molto prima del Covid-19

È da molto tempo che non scrivo più nulla. In qualche modo tutta questa situazione con il virus SARS-CoV-2 mi ha confuso. In me prevale una sensazione di incertezza, mi sento proprio così, proprio come quella lucina rossa sulla TV, la lucina dello Stand-by. Poi però mi viene da pensare... Ora qualcuno userà il telecomando, la lucina rossa sparirà ed in TV inizierà un programma, uno spettacolo o un film. Ma niente, nessuno tocca il telecomando. Le feste Natalizie sono dietro l'angolo e in programma non c'è niente. Niente.
Penso e ripenso. Chiusa nella mia lucina rossa penso che questo periodo Natalizio sia speciale per me, per niente positivo, ma sicuramente speciale, uno di quelli che difficilmente sarà dimenticato. O forse proprio si, forse tra un 30-40 anni ci dimenticheremo come si stava oggi, come ci preparavamo per questo Natale eccezionale. Chissà se ci ricorderemo se abbiamo decorato l’albero di Natale come sempre o se abbiamo messo le lucine sulle ringhiere dei nostri balconi o se abbiamo portato o no i bambini a vedere Babbo Natale in uno dei centri commerciali? Perché forse Babbo Natale quest'anno non è riuscito a passare il confine nazionale o quello regionale a causa del Covid!

Ho deciso di rendere queste feste natalizie eccezionali anche speciali e, soprattutto, indimenticabili. Farò diventare verde quella lucina rossa sulla TV. Per non dimenticare com'è il Natale per me oggi e soprattutto per non dimenticare com'era il Natale non molto tempo fa, ho deciso di fare un viaggio nel passato e di riportare qui una parte delle tradizioni natalizie dell’Istria. Quella parte che mi è più vicina ed in questo particolare momento ed in queste condizioni anche più accessibile. Quello che riporterò non toccherà la parte religiosa del Natale ma andrà a vedere il suo aspetto sociale, conviviale e culinario.
Sono partita per questo viaggio a ritroso nel tempo con una domanda molto semplice… ma cosa preparavano da mangiare i nostri vecchi per Natale? Ho posto questa domanda a due novelle narratrici di nome Gabrijela Škoravić (nata nel 1946) e Adele Bilić (nata nel 1949). Mia madre e sua sorella, mia zia! Nell'era del Corona virus, quando le relazioni sociali sono limitate dai vari Dpcm e quando la comunicazione diretta viene quasi a mancare, mi sento fortunata perché questa conversazione in primis è stata possibile da fare e poi è risultata essere davvero interessante, varia, dinamica e ricca.
Così, le mie narratrici native di Gallesano, un piccolo borgo vicino a Pola, si sono tuffate nei loro ricordi d'infanzia, sono tornate nella loro fattoria dove Bruna, Stella, Viola e Formina, le loro vacche erano parte integrante della vita quotidiana dei bambini, così come Gigio e Moro, gli asini istriani, erano dei gran bravi lavoratori.

Nat Foto grupp

Mi hanno raccontato che la vigilia di Natale, o come la chiamano qui, "Vilija", veniva addobbato l’albero di Natale, e che in realtà questi non era un pino bensì un ginepro preso direttamente dal bosco. Le decorazioni degli anni Cinquanta erano certamente più modeste di quelle odierne, ma le noci, le mele, le caramelle di zucchero avvolte in carte dai colori vivaci e bastoncini dolci rossi e bianchi appesi su quell’albero non valevano sicuramente di meno. Per quel giorno si preparava la minestra di ceci (maneštra sa slancem) e la pasta con il baccalà (posutice s bakalajom). I bambini mangiavano le posutice (pasta istriana) con il pan grattato tostato e zucchero. La sera, verso le 8, indossando obbligatoriamente il fazzoletto nero in testa, andavano in chiesa per la confessione, e al ritorno a casa le aspettava il dolce, le frittelle.
Per Natale si preparavano I fuži (pasta istriana) con il sugo di gallina o gallo e kapuz (crauti) con carne. I bambini non ricevevano i regali a Natale, ma per San Nicolò (6 dicembre) quando il Santo portava loro delle mele che metteva sotto il cuscino.
Preparare un pranzo come questo per la vigilia e per Natale oggi non sembra neanche troppo complicato, perché possiamo trovare tutto già preparato. Il baccalà in bianco si trova già confezionato, le posutice (pasta istriana) anche, le fritelle fatte dalla pasticceria e per non parlare della gallina per il sugo. Ma una volta avere il baccalà in bianco pronto da mangiare era tutta un’altra storia che il semplice andare in bottega per acquistarlo.
Lascio però questa storia per una seconda parte in cui mi occuperò della realizzazione di questo tradizionale menù natalizio istriano! BUONE FESTE!

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